Sono molti i grandi campioni delle due ruote che, una volta scesi dalla bicicletta, si sono cimentati sui 42 km. Con risultati notevoli. L’elenco è lungo, qualificato e, in alcuni casi, ricco di asterischi a testimoniare un passato non proprio irreprensibile, a cominciare da Lance Armstrong.
Il texano è sbarcato nel pianeta maratona come una star nel 2006, quando la confessione di fronte a Oprah Winfrey non era ancora in scaletta e la Nike gli metteva a disposizione Alberto Salazar (il coach di Mo Farah e Galen Rupp) per debuttare a New York. Voleva finire sotto le tre ore e fece 2:59’36”. Da agonista senza freni, non si è fermato lì: quasi 13’ di miglioramento l’anno seguente (2:46’43”).
Sugli stessi ritmi ha corso pure Laurent Jalabert (campione mondiale a cronometro e vincitore di due classiche monumento come la Milano-Sanremo e il Lombardia), che a quasi 39 anni, nel 2007, ha portato a termine la maratona di Barcellona in 2:45’52”.
Abraham Olano è l’unico ciclista che (negli ultimi 25 anni) è riuscito a vincere il Mondiale sia nella prova in linea sia a cronometro. Doti eccezionali che hanno permesso allo spagnolo di correre la maratona di San Sebastian in 2:39’19”.
Diverso invece l’approccio dell’ex primatista dell’ora Chris Boardman, che nel 2009 ha chiuso la maratona di Londra con un onorevole 3:19’27” per raccogliere fondi a favore della National Autistic Society.