Timidi segnali di ripresa nella maratona italiana, che nelle più rosee situazioni (Ravenna e Firenze, ad esempio) vede arrivare la metà dei concorrenti dei “tempi normali”. Situazione dovuta soprattutto all’incertezza che ha avvolto a lungo lo svolgimento delle gare d’autunno, impedendo quella programmazione a medio-lungo periodo che è fondamentale in maratona, a ogni ritmo. Resta però il timore che il Covid si sia portato via la voglia di soffrire che permetteva di allenarsi duramente.
Sono stati 3.750 gli atleti che sono arrivati al traguardo della Asics Firenze Marathon del 28 novembre entro il tempo limite di 6 ore. Il totale più alto delle 42 km andate in scena in questo autunno di ripresa e di tentato ritorno alla normalità. Un “totale più alto” che però corrisponde circa alla metà degli arrivati delle più frequentate edizioni della maratona fiorentina.
Fotografata da questo inizio di dicembre, la maratona italiana sembra cercare di scrollarsi di dosso il torpore del lungo stop per pandemia, come quegli atleti che, al rientro da un infortunio, faticano a ritrovare la forma, appaiono come fiacchi, e alla fine non capisci se quello che hanno perso è solo il tono muscolare o anche la voglia di correre. L’impressione è forte nel primo livello amatoriale, quello dei praticanti forti, uomini capaci di chiudere tra le 2:30’ e le 3 ore, donne che finiscono in meno di 3:20’: sembra quasi che il Covid si sia portato via la voglia di soffrire che permetteva a eccellenti dilettanti di allenarsi duramente, prima dell’alba o dopocena, fregandosene di freddo, buio e pioggia. E come loro sono tanti gli appassionati più “tranquilli”, che stanno ancora cercando la motivazione per rimettersi sotto con gli allenamenti. Ho comunque fiducia che questa situazione vesta i caratteri del provvisorio e che sia dovuta all’incertezza che ha avvolto a lungo lo svolgimento delle gare d’autunno, impedendo quella programmazione a medio-lungo periodo che è fondamentale in maratona, a ogni ritmo.
In cambio, la pandemia sembra aver distribuito a mani basse una voglia di leggerezza che allunga l’orario di arrivo della mezza maratona: tolte le più grandi tra le 21,097 km (le Roma-Ostia, le Giulietta&Romeo) non avevo mai visto, prima del lockdown, così tanti concorrenti chiudere la gara in 2:40’, in certi casi anche dopo le 3 ore. Tranquilli, felici nonostante la stanchezza, scortati da amici che corrono (poi camminano) con loro. E dappertutto tante donne, più che nel 2019.