Camminare tanto o starsene a lungo in piedi il giorno prima della gara sono attività stancanti, anche per un maratoneta ben allenato, eppure andare in giro per negozi, mercati, musei, chiese e monumenti è ciò che spesso facciamo alla vigilia di una maratona…
I muscoli tonico-posturali
Per stare in piedi e contrastare la forza di gravità, il nostro corpo attiva in modo inconscio e riflesso solo alcuni muscoli, definiti tonico–posturali. Si tratta di fibre muscolari “profonde”, collocate vicino alle articolazioni (caviglia, ginocchia, ma anche schiena e collo) in modo da agire in maniera diretta senza elevato dispendio energetico. Questi muscoli profondi, però, si stancano in fretta.
Anche camminare stanca
La reazione di “fuga” al mal di gambe da posizione eretta è il movimento, ma anche camminare è stancante, ben più del correre, perché nel passo non vengono attivate tante fibre muscolari quante il nostro corpo ne potrebbe attivare con la corsa.
Modifiche alla postura
La stanchezza dei muscoli tonico-posturali ha un’incidenza subdola. Apparentemente non emergono variazioni strutturali particolare, ma le ricerche sono concordi nel confermare che:
• si riduce il grado di flessibilità della caviglia;
• si registra una perdita di tono dei quadricipiti, con conseguente maggior tensione sui muscoli ischio-crurali e “cedimento” del bacino verso “avanti”;
• si riduce l’efficienza del retto femorale nel sollevare la coscia, con conseguente accorciamento della falcata.
Prima della gara
Certo, non si può passare la vigilia della gara distesi a letto… ma potremmo copiare il più forte maratoneta al mondo: mezz’ora di corsa in scioltezza al mattino prima di colazione, poi quindici minuti di ginnastica e una rilassante passeggiata nel pomeriggio, ecco la ricetta di Kipchoge.
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Basta un pomeriggio a rovinare tutto”, di Orlando Pizzolato, pubblicato su Correre n. 409, novembre 2018 (in edicola a inizio novembre), alle pagine 26-28.