Andrea Macchi: “Io e Merlino al traguardo”

Andrea Macchi: “Io e Merlino al traguardo”

30 Ottobre, 2015

Se l’Utmb è l’università del trail, allora Andrea Macchi da Gavirate (VA) si è appena laureato con il massimo dei voti. Ma anziché indossare, come in tutte le cerimonie di laurea, toga e cappello, Andrea si è presentato sul traguardo di Chamonix con Merlino, il suo gatto portafortuna, e Chiara, la sua sposa che tanta parte ha avuto in questo risultato.
In 180 km attorno al Monte Bianco è passato con un balzo solo da illustre sconosciuto a primo degli italiani nella gara simbolo dell’ultratrail.

Correre di novembre dedica un ampio servizio su Andrea Macchi a cura di Leonardo Soresi, eccone una piccola anticipazione.

Classe 1986, Macchi è cresciuto sportivamente nelle file della Canottieri Gavirate, arrivando a vestire la maglia azzurra ai Mondiali di canottaggio under 23 di Amsterdam 2005, dove conquistò una medaglia di bronzo. Già allora la corsa era però entrata nel suo cuore: «Quando d’inverno non ci si poteva allenare ai remi ˗ ci confida – l’allenatore ci mandava fuori a correre. Di solito questa parte degli allenamenti non piaceva a nessuno, io invece, non trovavo mai noiose le ore passate a costruire il fiato”

Nel 2007 si iscrive alla maratona di Venezia, chiusa sotto le tre ore, senza aver fatto alcun allenamento specifico. L’anno successivo, spulciando su internet qualche tabella di allenamento, scende a 2:40’. Ma la strada non è il suo ambiente: «Mi piace correre, e la maratona rimane un’esperienza affascinante capace di tenermi incollato allo schermo a ogni Olimpiade. Ma il richiamo dei sentieri, delle montagne, dei boschi è troppo più forte».

Nel 2014 un amico gli propone di partecipare insieme al Tor des Géants. Macchi lo prende sul serio, si iscrive, per poi scoprire di ritrovarsi solo, perché l’altro non può. Zero esperienza di montagna, mai fatto gare trail più lunghe di 30 km. Eppure in fondo a quel Tor Andrea ci arriva. Nello zaino, oltre al materiale obbligatorio, ha un oggetto che lo accompagna su tutti i 330 km: un anello per chiedere la mano della fidanzata Chiara, che lo segue in tutte le fasi importanti della vita insieme a Merlino. «Nei momenti peggiori ˗ ricorda Andrea ˗ pensavo che dovevo finire la corsa a tutti i costi, perché solo al traguardo avrei potuto chiedere la sua mano.»

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