Oltre che alpinista esperto, Andrea Galimberti era anche un appassionato di ultra running. I suoi compagni di corsa stanno riempiendo i social di dolore e bellissimi ricordi. Da Andrea Accorsi a Ivan Cudin e a Monica Casiraghi, Giorgio Garello ha raccolto per Correre lo sgomento e l’affetto del popolo delle “ultra” alla notizia del ritrovamento dei corpi di Galimberti e di Sara Stefanelli sul Monte Bianco.
Lunedì 10 settembre si è diffusa la notizia del ritrovamento sul Monte Bianco dei corpi privi di vita del comasco di Cabiate Andrea Galimberti, 53 anni, e della genovese Sara Stefanelli, 41 anni. I soccorritori li hanno trovati a 4.500 metri di quota, abbracciati, probabilmente nel tentativo di difendersi dal freddo. Dei due alpinisti si erano perse le tracce sabato, a seguito della bufera che aveva interessato l’alta quota del tetto d’Europa.
L’ultra runner Andrea Galimberti
Considerato un alpinista molto esperto, Andrea Galimberti era anche un corridore di lunghissime distanze, ultra maratone su strada e ultra trail. E il mondo delle manifestazioni lunghe e lunghissime è una piccola grande comunità fatta di amicizie che si consolidano nel corso delle trasferte per le prove internazionali più famose o nelle lunghe ore delle corse in circuito, le 6, 12 o 24 ore o anche oltre, in cui si vive tutti nei dintorni del breve anello di gara da ripetere tante volte.
Il ricordo di Andrea Accorsi
Andrea Accorsi è stato tra i primi a pubblicare un post dedicato ad Andrea Galimberti, quando ancora si parlava di “scomparsa”, situazione che alimentava nei cuori delle persone che lo conoscevano la speranza di ritrovarli vivi, lui e Sara, nonostante la forza della bufera che si era abbattuta sabato sul monte Bianco, proprio in concomitanza con la prima giornata di gara del vicino “Tor 450 – Tor des Glaciers (nella foto), la più tecnica e alpinistica del gruppo di gare del Tor des Géants. Ultra runner specialista delle distanze più lunghe, dalle 48 ore alla sei giorni di corsa, Accorsi è ritornato alle gare l’inverno scorso all’Ultra maratona del Conero dopo alcuni anni di stop per infortunio.
«Quando vi troveranno gli dirai: “Ve la siete presa con calma eh?” perché tu sei così, l’ironia come companatico, l’allegria sempre nel cuore. Ma sei anche un alpinista esperto, 140 volte oltre i 4.000 metri, 16 volte sul Monte Bianco, di cui una in solitaria. Ci siamo conosciuti sulle strade della Nove Colli running nel 2009, mi hai invaso di parole fin dai primi chilometri… Ho ammirato fin da subito il tuo amore per la condivisione, per la trasmissione delle esperienze non in maniera autoreferenziale, ma come strumento di comunicazione per affascinare e incuriosire l’interlocutore…
«Ci siamo rivisti a primavera – prosegue l’ultra runner-scrittore, collaboratore di Correre -, in occasione della Venice Ultra Marathon, dall’amico Andrea Zambon, dopo qualche anno, ed è stato come se tutto quel tempo non fosse mai trascorso: racconti, progetti, mi parlasti proprio in quell’occasione del Bianco da rifare con una nuova amica, Sara.»
Andrea Zambon, tante foto insieme
Ed è proprio l’organizzatore dell’ultra marathon festival di Venezia, Andrea Zambon, che in una serie di post mette a disposizione degli appassionati il suo album dei ricordi: “i tre Andrea alla Novecolli del 2010” (Accorsi, Galimberti e lui stesso, ndr), “noi alla Spartathlon del 2011 e all’Ultramarathon Festival Venice nel 2022” sono le didascalie delle immagini. “Eri unico – conclude Zambon -, mi mancherai, fratello!”.
Voci dal mondo ultra: “Un fiume di parole in piena”
“Voglio ricordarti così, perché eri così, solare, entusiasta della vita!” posta l’ultra runner Cristiano Moschini. “Ti ho conosciuto all’Utmb 2009, perché abbiamo condiviso parecchi chilometri, in un momento di crisi reciproca, ma malgrado la crisi tu eri un fiume in piena di parole, racconti, chiacchiere e tabelle di percorrenza. Poi ci siamo ritrovati nel 2012 alla prima memorabile edizione dell’Ultramarathon Festival Venice e poi ancora nelle successive del 2022, 2023, 2024 con te “senatore” della nostra manifestazione. Abbiamo sperato fino all’ultimo nel miracolo, vista la tua stellare esperienza di grandissimo alpinista, ma purtroppo avevi già fissato questo terribile appuntamento senza preavvisarci. E così ci lasci tutti sgomenti e con un vuoto impressionante.”
“Un dolore immenso” è quello che prova Andrea Bussino Lazzerini, che ricorda “Quelle lunghe chiacchierate di tutto mentre correvamo nelle gare in circuito; il tuo sorriso contagioso, il tuo amore per la montagna mi mancheranno”.
Ivan Cudin: “Il tuo entusiasmo nei nostri viaggi”
“Montagna, trail e ultramaratona sono tre mondi paralleli con tanti punti di convergenza. Andrea, sei entrato in ognuno di questi portando la tua esuberanza, il desiderio di esserne parte attiva, cosciente di esserci a tuo modo, lontano da standard e stereotipi. L’entusiasmo che hai condiviso con noi è stato di grande supporto per tanti nostri viaggi” ha dichiarato Ivan Cudin, mito dell’ultra maratona con le sue tre vittorie alla Spartathlon. “Sei riuscito a trasformare in momenti di serenità e di gioia tante situazioni di difficoltà che abbiamo vissuto assieme – prosegue l’ingegnere friuliano -. Ora, più di sempre, abbiamo bisogno di questa tua grande forza.”
Monica Casiraghi: “Un ragazzo solare”
«Avevo conosciuto Andrea tantissimi anni fa: alle corse non competitive veniva con i suoi genitori e sua sorella Barbara, una famiglia davvero sportiva; poi li ho rivisti nelle ultra maratone, la sorella già con buoni risultati.» Così si esprime l’altro mito dell’ultra maratona italiana, Monica Casiraghi, oggi responsabile della nazionale femminile di ultra maratona, da noi raggiunta al telefono. «Questa notizia mi lascia senza parole. Andrea era un ragazzo solare, pieno di vita, sempre entusiasta e non smetteva mai di parlare! Oggi solo tanta tristezza.»
Giorgio Garello: “due chiacchieroni con la passione per la montagna”
«Con Andrea Galimberti ci siamo conosciuti quando io ero verso la fine del mio percorso ultra e abbiamo corso qualche gara insieme – ha scritto infine Giorgio Garello, che ha curato per Correre la raccolta di queste testimonianze -. Eravamo legati dalla stessa “altra” passione per la montagna ed eravamo due chiacchieroni. In questi giorni ho letto e pensato di tutto sul perché accadano certi incidenti e sì, forse con Sara Stefanelli non avevate scelto la giornata migliore ma questo, come sempre, lo possiamo bisbigliare noi che restiamo mentre sono sicuro che sino a quel momento fosse stata per voi una vostra splendida giornata. Buon vento Andrea e buon vento Sara, un abbraccio e una lacrima in ricordo.»