Da questo mese Correre segue il percorso di Cristina, impiegata e mamma di due gemelli, che ha cominciato per tenere a bada la glicemia. Fino a quando non è scattata la molla della passione. Così forte che, quando ha letto sul blog di Julia Jones la possibilità di lanciarsi in una sfida di tre mesi, si è subito candidata.
Tutto è scandito e organizzato nella vita di Cristina Baldi, nata in provincia di Livorno e fiorentina acquisita dal 2002. E non potrebbe essere diversamente per questa donna dalla voce gentile e dal carattere determinato, che oltre a lavorare come impiegata in un’industria farmaceutica, da 4 anni è anche mamma di due gemelli, Filippo e Andrea.
«Appena salta una pedina dal domino delle mie giornate – racconta – tutto casca.».
Eppure, a complicare (o il contrario?) la sua esistenza adesso Cristina ha inserito anche la corsa. «E dire che di natura sono una super patata – ammette – perché non mi è mai piaciuto particolarmente fare sport mentre ho sempre amato il cibo, come occasione di convivialità.»
Dopo aver giocato a pallavolo in gioventù, l’università e il trasferimento a Siena hanno decretato lo stop di questa attività. «Ho ricominciato a muovermi una decina di anni fa, verso i 35 anni – racconta – per motivi di salute o meglio, per prevenire possibili problemi. Nella mia famiglia paterna infatti soffrono tutti di diabete acquisito in fase senile, in forma più o meno grave, e mi sono chiesta cosa potessi fare per contrastare questa mia propensione e per tenere a bada il peso. Allora mi ha ispirato il blog di Attilio Speciani e ho cominciato ad abbinare corsettine e camminate veloci per muovere il metabolismo, preferendole alla palestra. Però in quell’occasione non è sbocciato l’amore per la corsa.»
5 o 10 km?
Durante la gravidanza Cristina ha camminato tutti i giorni almeno un’ora nei primi sette mesi, tanto che dopo il parto si è ritrovata a essere più magra di prima. «In quel periodo però – racconta – ho scoperto di avere un problema di glicemia ed è stato un duro colpo. Dovevo riprendere in mano la situazione, così circa un anno fa mi sono rimessa in linea, con l’aiuto di una personal trainer. Con lei mi sono allenata allo stadio comunale di atletica tre volte a settimana, per quaranta minuti circa, alternando attività corporea aerobica (salita e discesa dalle gradinate) e corsa, più una quarta sessione di soli esercizi. Sono riuscita ad abbassare l’emoglobina glicata di cinque punti senza farmaci ed è stata una grande vittoria per me.»
Oltre al fatto che in questa occasione la dipendenza dal running è scattata alla grande, tanto che quando Cristina ha letto sul blog di Julia Jones la possibilità di lanciarsi in una sfida di tre mesi, si è subito candidata. «Riappropriarmi di uno spazio personale è importante per avere cura di me. E sapere che c’è una professionista che programma il mio allenamento è molto stimolante – ammette –. Mi sono posta un obiettivo: correre la mia prima gara ufficiale, che sarà la Avon di Firenze, non so ancora se sui 5 o sui 10 km, dipenderà da come reagirò alle uscite.»
Una competizione scelta non a caso, visto che Cristina purtroppo ha recentemente perso un’amica per un cancro al seno. «Speravo di poter correre per lottare insieme a lei e invece… so che sarebbe contenta, ed è un regalo che voglio farmi per il mio 45° compleanno, che cade qualche giorno dopo. Il dono sarebbe doppio se la mia città si sensibilizzasse un po’ di più a questo tipo di sport, creando ulteriori occasioni di aggregazione soprattutto per noi donne.»
Trovate il programma di allenamento di Cristina, predisposto da Julia Jones, sul numero di aprile della rivista Correre