C’è una categoria di runner che Pietro Trabucchi (psicologo dello sport) definisce iperprogrammatori fragili: si allenano in maniera molto scrupolosa ottenendo, in proporzione al loro livello di età e competitivo, risultati lusinghieri. Risultano tuttavia incapaci di reggere la pressione. Lo stress ne compromette vistosamente il rendimento.
Devono avere tutto sotto controllo e se accade un qualsiasi imprevisto la loro prestazione scade disastrosamente. Basta che il giorno della gara venga modificato un pochino il percorso, o che il meteo sia diverso dal previsto: la perdita di controllo assoluto viene vissuta come uno stress insopportabile. E sotto stress smarriscono lucidità e concentrazione, assumono decisioni sbagliate e impulsive, perdono il controllo del comportamento e la motivazione.
Livelli estremi di tensione comportano anche ripercussioni di tipo motorio, biologico e funzionale.
Non rimane quindi che allenare le persone a reggere la pressione. Questo è possibile e la ricerca lo ha dimostrato.
Nel numero di Correre di Febbraio Pietro Trabucchi ci spiega come e perché è importante allenarsi agli imprevisti.