Alla ricerca del sacro Graal

Alla ricerca del sacro Graal

18 Settembre, 2015

Parliamo dell’EVA, il “co-polimero elastomerico” che da anni la fa da padrone nel comparto della produzione di intersuole per calzature sportive. Scopriamone caratteristiche, vantaggi e limiti.

Sono quasi cinquant’anni che i diversi operatori del mondo del running si rincorrono l’un l’altro alla ricerca del mitico “sacro Graal”, un ipotetico materiale ideale dotato di tutte le caratteristiche ottimali per la produzione dell’intersuola. La ragione di tanto accanimento è che l’intersuola è il singolo componente da cui maggiormente dipende il comportamento delle calzature. Poichè il feeling percepito durante la prima prova è quello che induce il potenziale acquirente a comprare o meno una calzatura, l’intersuola pesa moltissimo nella decisione d’acquisto.

Per molti anni l’EVA (Etil Vinil Acetato), un co-polimero elastomerico assai performante utilizzato in forma espansa, l’ha fatta da padrone rivoluzionando le scarpe per lo sport, mercato in cui detiene tuttora la quota di maggioranza.
L’EVA espanso è caratterizzato da una notevolissima serie di pregi, primo fra tutti la leggerezza, avendo una densità intorno a 0,2. A ciò aggiunge una buona combinazione di proprietà smorzanti, utili per l’ammortizzazione, elastiche, per la risposta elastica, e la disponibilità di diverse rigidità, per la portanza.

Il grosso limite delle intersuole in EVA è una resistenza a compressione non ottimale, con conseguente tendenza ad assumere deformazioni permanenti. Esempi ne sono lo schiacciamento, ovvero quando il materiale perde lo spessore originale, o la distorsione, che si evidenzia quando un iper pronatore si ritrova con delle scarpe deformate medialmente, schiacciate verso l’interno.
Da ultimo, la durata dell’EVA. Trattandosi di un materiale espanso a cellule chiuse, le singole “micro bolle” di aria contenute al suo interno si comportano elasticamente, mantenendo la forma e le dimensioni originali dell’intersuola per un buon lasso di tempo, che però non è eterno. Oltre una certa sequenza d’impatti ripetuti nel medesimo punto, le pareti che separano tali bolle possono cominciare a lacerarsi, il materiale può perdere di elasticità e l’intersuola può deformarsi.

Ammortizzazione sicura e durevole, questo è l’obiettivo comune a tutti i player del mercato delle calzature da running. Su Correre di settembre esploriamo insieme al nostro esperto Filippo Pavesi i sistemi più collaudati e i materiali più efficaci, dopo anni di ricerche e di testing da parte dei principali marchi del settore.

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