100 km a 94 anni: ecco il fenomeno Fagnani

100 km a 94 anni: ecco il fenomeno Fagnani

29 Maggio, 2018
Foto: Photosprint
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Walter Fagnani ha raggiunto il traguardo in piazza del Popolo poco dopo le nove di domenica mattina 27 maggio, quando Faenza si stava ancora risvegliando dopo la lunga serata passata ad accogliere i più veloci tra i protagonisti della 100 km del Passatore.

Con i suoi 94 anni è risultato ancora una volta il più anziano finisher della gara, che ha completato per 45 volte su 46 edizioni, così come Marco Gelli, che di anni ne ha 91.

Fagnani ha tagliato il traguardo in 18:15’34” (real time: 18:10’58”), il che significa aver tenuto per 18 ore, tra corsa e cammino, una media di 10’54”/km, circa 5,5 chilometri all’ora. Si è classificato 2.175° su 2.426 arrivati, ma c’è una classifica del “Passatore” in cui ha battuto tutti: quella della popolarità.

Tra domenica e lunedì, sono stati molti i media che si sono interessati al fenomeno Fagnani. 

Noi di Correre ci eravamo già occupati di lui: in occasione della 100 km del Passatore del 2015 era stato monitorato in corsa da uno staff medico dell’Università di Verona. Pubblicammo i risultati di quel test con un commento dello psicologo dello spot Pietro Trabucchi, che qui riportiamo in sintesi. 

Un mix di genetica, stile di vita e fattori di personalità

“Walter è una specie di patrimonio dell’umanità  ̶̶  spiega Trabucchi  ̶ . È prezioso per tutti noi comprendere quali siano i fattori che gli hanno permesso di arrivare a 91 anni (nel 2015, ndr) in questo stato di grazia: un mix legato all’interazione tra genetica, stile di vita e fattori di personalità. Per questo motivo l’Università di Verona ha pensato di “studiarlo”, monitorandolo anche durante l’ultimo Passatore (quello del 2015, ndr), che Walter ha ultimato in 18 ore”. 

La cilindrata del “motore Fagnani”

“In base ai dati emersi   ̶̶  prosegue Trabucchi  ̶ , dal punto di vista del motore Walter non è un mostro della genetica: il suo massimo consumo di ossigeno si attesta intorno ai 37 millimetri per chilogrammo al minuto, un valore di poco superiore allo standard per la sua età. A giustificare le sue eccellenti prestazioni, ottenute in età avanzata, non è quindi un talento fisiologico innato, bensì l’esercizio e l’allenamento portati avanti con perseveranza per oltre quattro decadi. I 100 km tra Firenze e Faenza sono stati percorsi alla media di 5,8 km orari, senza lunghe soste e a una frequenza cardiaca media di 108 battiti”.

La corsa come stile di vita

“Fagnani ha fatto della corsa, prima, e della corsa alternata al cammino, ora, un vero e proprio stile di vita: oltre alle capacità cardiocircolatorie, nel corso della gara lo staff dell’università di Verona ha raccolto suoi campioni di saliva, la cui analisi può evidenziare squilibri e disfunzioni, legate all’affaticamento dell’organismo.”

L’ormone dello stress 

“In particolare, è stato valutato il dosaggio del cortisolo, il cosiddetto “ormone dello stress”, perché la sua produzione aumenta in condizioni di stress psicofisico severo ed è strettamente legato a molte funzioni vitali come la regolazione cardiocircolatoria e la gestione della glicemia e concorre alla determinazione ed efficacia delle difese immunitarie. L’invidiabile performance di Fagnani ci permette di dimostrare, se ancora ci fossero dubbi, quanto un’attività costante e regolata aiuti a ridurre in modo evidente gli effetti della perdita di masse muscolari e di efficienza cardiovascolare, permettendo così di invecchiare bene”.

Un cervello più forte della stanchezza

“Le capacità cognitive di Walter sono state testate in sei punti lungo il percorso: il suo cervello è rimasto efficiente e lucido a dispetto della progressiva stanchezza e dell’età. Si verifica una perdita di efficienza nell’attenzione e nella capacità matematica man mano che i chilometri scorrono, ma questa perdita è paragonabile a quella di un soggetto giovane posto nella stessa situazione di stress. Un cervello allenato a gestire lo stress è meno vincolato all’età anagrafica, fattore che invece incide molto di più su un cervello poco stimolato da interessi, esercizio fisico e auto-disciplina.”

Una camminata e un bicchiere di vino, tutti i giorni 

“Fondamentali risultano anche gli atteggiamenti e la personalità: Walter tende a minimizzare tutti i problemi, dai dolori alla fatica, ed è dotato di molto sense of humor. Un approccio alla vita che è probabilmente il risultato delle difficoltà e dei dolori di chi ha attraversato sulla propria pelle due secoli di storia: da quando faceva il Balilla durante il ventennio fascista, alla chiamata alle armi per la seconda guerra mondiale, poi l’8 settembre e l’armistizio, la fuga dai tedeschi e l’arruolamento forzato nella Repubblica di Salò, fino ai bombardamenti alleati come occasione per scappare e unirsi ai partigiani sulle Piccole Dolomiti”.

«Il mio segreto? Una camminata e un buon bicchiere di vino, tutti i giorni», ci ha detto al termine della sua 45ª Firenze-Faenza, domenica 27 maggio 2018. 

Nota: Questo testo contiene una sintesi del servizio “Stress e invecchiamento, binomio vincente”, di Pietro Trabucchi, pubblicato su Correre n. 370, agosto 2015, alle pagine 82-84. Il servizio descrive in dettaglio i risultati e le annotazioni dei test effettuati su Walter Fagnani durante la 100 km del Passatore 2015, un lavoro coordinato dal dott. Tarperi del “Centro per la preparazione alla maratona” dell’Università di Verona. 

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