Signori non ce n’è per nessuno. Quando c’è Mo Farah in pista, potete schierare etiopi, keniani e perchè no ugandesi, ma lui se ne fa un baffo.
Anche questa notte magica per l’atletica il britannico dagli occhi spiritati, esile, nato a Mogadisscio in Somalia, 33 anni fa, ma di scuola inglese ha fatto il bis olimpico nei 10.000 mila. Forse avrà faticato un po’ più del dovuto per battere la solita concorrenza africana capitanata da Kamworor (Kenya) e Tola (Etiopia), ma nei 100 finali ha piazzato il suo “kick” degno di un ottocentista ed ha detto arrivederci a tutti.
E pensare che come accadde ai Giochi di Monaco ’72 anche il mitico finnico Lasse Viren cadde e fece però suoi i 10.000 con l‘allora primato del mondo. Anche Mo Farah è ruzzolato a terra verso la fine del terzo km, è stato fortunato, nessuno gli è finito addosso, si è rialzato a rincuorato il compagno di squadra, lo yankee Galen Rupp e si è reinserito nella pancia del gruppo.
Farah ha chiuso in 27’05”18, lui e altri otto finalisti avevano un limite personale sotto i 27’. Il problema è che Farah riesce sempre o quasi fa gestire la gara a suo piacimento. Prima sta in fondo al gruppo, ultimo poi verso la metà si porta nelle prime posizioni, ma non prende la testa. Inizia a comandare il gioco quando mancano sì e no un paio di km alla fine e poi piazza il suo notevolissimo finale.
Traduzione se fai una gara lenta di uccide nel finale con un ultimo giro da quattrocentista, se i fai una gara tirata, ti trafigge negli ultimi 200 metri. Questa volta per avere la meglio di Tanui (Ken) ha dovuto aspettare il rettilineo conclusivo.
Non è stata una grande gara come quella delle’etiope Ayana tra le donne (record del mondo), ma agonisticamente da vivere alla grande, anche in questo caso 34 partenti sono davvero troppi. Ma un tempo non esistevano anche le batterie?
L’atletica di notte ha un sapore magico. E l’altra magia doveva arrivare dalla finale dei 100 donne. Sorpresone dove la giamaicana Elaine Thompson fa sua la gara regina dei Giochi in 10”71, battendo la statunitense Tori Bowie e la campionessa uscente Shally Ann Fraser con i capelli verde-oro. Male l’unica europea Dafne Schippers, quinta.
Si sono visti i velocisti. Non me ne vogliano i vari Simbine, Brommel, Vicaut… per favore la lotta per il titolo olimpico sarà tra Usain Bolt e Justyn Gatlin. Gli altri per favore si accomodino nelle retrovie, per questi la loro vittoria sarà di bronzo.