Mi alleno, ma non miglioro

Mi alleno, ma non miglioro

Invidio molto le persone che cominciano a correre perché, una volta superate le difficoltà iniziali, i miglioramenti di solito sono continui e notevoli. Chi corre molto e da tanto tempo, però, prima o poi arriva a un livello in cui gli incrementi diventano difficili. Fino a quando un podista può tentare di innalzare il proprio rendimento?

Le cause
L’età è certamente un elemento rilevante, dal momento che dopo i 35 anni lo scadimento fisiologico è dell’1%. Se ogni minuto perdiamo un 1%, cioè 0,6”, lo scadimento dovuto all’età fa sì che chi viaggiava al ritmo di 3’30” ora impieghi 2” di più… che diventano 20” per una prova di 10 km, 45” per una mezza maratona e 1’30” per la maratona!
La stasi della risposta fisica agli stimoli è un altro elemento che può condizionare il rendimento. Quando la nostra efficienza fisica cambia, una seduta di allenamento (sia questa di ripetute, corsa media, corto veloce, fartlek, progressione di ritmo o lungo lento) non determina più gli stessi effetti allenanti. L’organismo non reagisce agli stimoli organici sia a livello centrale (cuore), sia periferico (biochimica nei muscoli). È una circostanza definita come “curva degli incrementi decrescenti”, che va intesa come input per un’analisi tecnica della preparazione svolta nelle settimane e nei mesi precedenti.

I rimedi
Si deve agire puntando a rinforzare i punti deboli, reinserendo quegli allenamenti solitamente boicottati perché ritenuti tecnicamente non significativi o fastidiosi da svolgere. Evitate l’escamotage di aumentare la distanza, quando vi sembra di non riuscire più a essere veloci. Cercate di rendere il vostro gesto efficiente, vale a dire con un buon rapporto tra la lunghezza del passo, il tempo di contatto a terra e il dispendio energetico. È vero che per allungare il passo si spende un po’ più di energia, ma una parte di questo maggior dispendio viene restituito come energia gratuita nella fase di spinta, quanto si sfrutta l’energia elastica accumulata nell’assorbimento del carico.

La soluzione
A limitare l’ampiezza del passo non è certo un fattore energetico, visto che nei muscoli è sempre presente una buona quantità di glicogeno. La causa è la perdita di forza, di rapidità e di elasticità.
La soluzione non va ricercata nella sola forza, ma in una combinazione di velocità e forza. Non serve più di tanto, quindi, andare in palestra a sollevare dei pesi, quello che davvero conta è saper muovere rapidamente le gambe… oltre che muoverle con un po’ di forza. Quindi, se cuore e polmoni non sono allenabili più di tanto, provate a recuperare un po’ di dinamismo.