Come correre 10km al meglio

Come correre 10km al meglio

Capita sempre, ma più spesso in questo periodo. Agosto, caldo, ferie. Se giriamo per la strada o anche solo ci affacciamo alla finestra, ecco che da ogni dove spunta qualcuno che corre. A qualsiasi ora, non solo nel fresco del mattino o in quello della sera.

E a correre non sono solo i cosiddetti “atleti”, i giovani e meno giovani che quando si schierano sulla linea di partenza vengono annunciati dallo speaker di turno come “top runner”. Sono quelli come noi, con solo un qualcosa in più, che possiamo chiamare “voglia di cambiare” o anche solo e semplicemente “buona volontà”. Ma se loro che corrono sono “come noi”, noi allora chi siamo?

Siamo quelli che non hanno tempo, quelli cui il lavoro, lo studio o la famiglia tolgono la possibilità di essere regolari nell’alimentazione e nel sonno, componenti fondamentali dell’essere in forma. Ma siamo anche quelli che, correndo da tempo, hanno “già fatto”, “già provato”, “già visto” tutto. E che corrono quando proprio non possono dire di no ai compagni di sempre o che ormai lo fanno solo la domenica, per stare con gli amici, producendo così uno sforzo che, per quanto piccolo, così isolato nella settimana finisce per non essere utile al recupero di una minima condizione fisica, anzi… e “anzi” diventa una porta che è meglio non aprire, credeteci!

Ecco allora la nostra proposta che trovate su Correre di agosto recuperata e sviluppata partendo da un vecchio contributo di un eccellente allenatore come Fabio Vedana, per riempire di nuova energia quel che resta dell’estate e collegarla alla ripresa dell’attività lavorativa o di studio.

Una proposta rivolta soprattutto a chi corre da poco e dispone, ad esempio, di un’autonomia di corsa di 30’ senza fermarsi, ma che può interessare anche chi corre da tempo e magari proprio per questo, come appena ricordato, non ha più troppi stimoli.

“Checché se ne dica”, un obiettivo cronometrico e agonistico fa bene a tutti. Non importa, poi, in quanto tempo si arriva e dopo quanti avversari. Quello che conta è dare una misura al proprio sforzo, acquisire consapevolezza del proprio “consistere” psico-fisico e da lì partire per un percorso che ci porti a volere e sapere sfidare i nostri limiti alla luce, appunto, di una buona messa a punto del nostro motore e della sua “centralina” (il cervello).

Pronti, allora, per il prossimo obiettivo: correre per 10 km il più forte possibile, senza fermarsi mai.

Tabelle e consigli su Correre di agosto, ancora per pochi giorni in edicola.

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