Appunti di una domenica dopo la Stramilano

Appunti di una domenica dopo la Stramilano

21 Marzo, 2017
Foto Giancarlo Colombo

La Stramilano assolata ha fatto registrare la solita vittoria keniana. Al netto della meravigliosa partenza dei 50 o 60 mila a seconda di come si esprime lo speaker, i 7 mila runner, ovvero i capaci di correre sotto le 2 ore la mezza maratona, sono stati un momento assai entusiasmante, anche per chi guardava a “bordo campo”.

La vittoria keniana di Fredrick Moronga (1:01’20”), quella con record della gara della connazionale Ruth Chepngetich (1:07’42), il pianto in zona arrivo della moglie di Thomas Lokomwa, due volte vincitore della Stramilano scomparso in seguito a un incidente d’auto lo scorso anno: questi i tre momenti della kermesse meneghina numero 46.

Pubblico, tanto pubblico pare anche a seguire i “nostri”. Lo confermava Daniele Meucci, che era atteso dai figli Dario e Noemi al termine della Stramilano (era la festa del papà) e mentre sosteneva di avere corso una prova di buon valore, vista la desuetudine alle gare (oltre sei mesi dall’ultima prova su strada a Rio), annunciava pure che la maratona mondiale, potrebbe, notare il condizionale, non essere nei suoi programmi. Il perché? Non ha ancora sentito nessuna della Federazione, nessun accordo per ora (è stato 23 giorni all’Asmara in Eritrea…), magari un paio di maratone entro l’anno, ma non quella mondiale. Non disperiamo, sarebbe una perdita importante, per la maratona italiana, dove resta un punto di riferimento.

A proposito di maratona e dintorni. A volte ci si chiede che fine abbiano fatto, atleticamente parlando, certi atleti. Facciamo qualche nome tanto per non essere fraintesi. Andrea Lalli, rosso crinito molisano, uomo di cross, andate a leggervi il suo palmares sui prati e poi ve ne accorgerete. Ad un certo punto ha pensato bene di dedicarsi alla strada. Tendini maciullati, interventi chirurgici, ritorni speranzosi. Adesso? Tutto tace. Andiamo avanti a farci del male.

Federica Del Buono. Una medaglia sotto tetto a Praga nei 1500, due anni fa. Problemucci dopo una corsa su strada. Stop. Ritorni a fine stagione, e via dicendo. Era attesa al cross della Carsolina (Trieste/novembre) invece, se non vado errato, non si è presentata. Anche lei scomparsa. Missing.

Terzo caso. Veronica Inglese detta “miss sorriso”. La donna nuova della maratona. Annunciata al Campaccio. Non si presenta per una banale influenza, poi anche lei non dà più notizie. C’è poi la grande speranza: Marta Zenoni otto e millecinque, pure della bergamasca si sono perse le tracce, anche se Giorgio Rondelli grande coach/telecronista mi ha detto che la rivedremo il giorno 20 aprile nel suo meeting al Campo XXV Aprile. L’unico meeting rimasto a Milano, organizzato in maniera artigianale e forse proprio per questo sta diventando sempre più importante.

Ultima scomparsa: Libania Grenot. Lo scrivo tutti gli anni. Magari questo sarà l’ultimo. L’inverno in Italia deve essere molto freddo meglio la Florida, dove si allena con Loren Seagrave e con Gloria Hooper. Gloria, però quando ci sono Assoluti e Europei sotto tetto arriva e veste la maglia azzurra.