Andrew Howe ci riprova. Incrociamo le dita

Andrew Howe ci riprova. Incrociamo le dita

31 Gennaio, 2017
Andrew Howe (Foto Giancarlo Colombo)

C’è aria frizzante nel mondo indoor. E’ quasi una consuetudine, quando prende il via la stagione al coperto, le prime gemme sono sempre improntate verso il bel tempo. Di questo si deve essere più che soddisfatti. L’episodio più interessante, forse, è stato il salto misurato in 7,89 nel lungo di Andrew Howe.

Sì, avete letto bene, Andrew Howe quel bel ragazzo che poco meno di dieci anni fa atterrò nella sabbia giapponese di Osaka (campionato del mondo) e battendosi il petto esclamò urlando: “I’m the first, I’m the champion”. Ne aveva ben donde, aveva fatto segnare 8,47 nel lungo, peccato che poi il “feroce” Saladino, di nome faceva Irving e batteva bandiera panamense, mise le cose a posto: al collo l’oro e al reatino toccò un argento smaltato.

Altri salti, altri infortuni, altri interventi chirurgici, altri allenatori (ultimo lo svedese Yannick Tregaro). E adesso? L’ennesimo ritorno di uno dei cavalli di razza della nostra atletica, che a 31 anni potrebbe, condizionale d’obbligo, rinvigorire l’ambiente con pennellate di ottimismo tipiche del suo carattere. Personaggio lo è a tutto tondo, poi pensate che si allena con Fabrizio Donato, un altro giovincello di 41 primavere, estati, autunni e inverni, ma se i tendini usurati tengono qualche sprazzo di luce lo concede ancora.

Tutto ciò è accaduto ad Ancona, pare anche che Howe (incrociamo le dita) possa riprovarci agli Assoluti (18/19 febbraio). Tra l’altro il minimo per Belgrado (Europei) è di 7,90. Questo dalla parte dei “maturi” atleticamente parlando.

Negli imberbi ci ha pensato Pippo Tortu, 18 anni di poche parole, ma di grandi fatti. E andato a Magglingen (Svizzera) ha corso i 60m sempre indoor, batteria e finale vinta in 6”64. Prima di lui in altre sedi altri due azzurri hanno siglato un bel 6”60 si tratta di Cellario e Ferraro, siamo tra i migliori del continente. Non è finita. Tra le ragazze si è posta in evidenza Ayomide Folorunso nei 200. Segnatevi questo nome qualora vi fosse sfuggito negli appuntamenti azzurri precedenti, nei 200 nell’impianto dorico sottotetto ha fatto segnare 24”02 sulla Chigbolu 24”24. Insomma, qualcosa di buono si è visto. Che ci sia già aria di primavera?