Arriva il mese di aprile e si fanno sempre più intensi gli allenamenti sulle prove ripetute, un mezzo di lavoro indispensabile per arrivare in forma alle prime gare. Un mezzo di lavoro che, però, va usato con molta gradualità e senza esagerare, tanto che gli addetti ai lavori ritengono che, anche in un periodo di costruzione, non si debba effettuarne più di due sedute alla settimana.
Anzi, sarebbe meglio limitarsi ad una sola seduta ogni sette giorni.
Pronti via un breve ripasso dei fondamentali insieme a coach Giorgio Rondelli: cosa sono le ripetute, cosa sviluppano, come effettuarle, quali gli errori più ricorrenti.
Per una buona gestione di un allenamento di questo tipo è quasi indispensabile la presenza di un coach esperto che indichi il numero delle prove da eseguire in base alla gara da preparare, i tempi da realizzare e la velocità eventuale del recupero. Che non deve essere troppo lungo, ma neppure troppo veloce per non arrivare a un appiattimento della velocità fra il tempo della prova ripetuta e quello successivo del recupero.
Nell’affrontare una seduta di prove ripetute è inoltre fondamentale distinguere fra le capacità prestative di un amatore e quelle di un atleta di medio-alto livello.
Concretamente? Rondelli passa dalla teoria alla pratica presentando sei opzioni per tutte le distanze del mezzofondo veloce e prolungato, dagli 800m alla maratona.
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Le prove ripetute ai raggi X”, di Giorgio Rondelli, pubblicato su Correre n. 390, aprile 2017, alle pagine 52-54.